Aperto a novembre 2008, il Consorzio si e' imposto subito come la novità più eclatante in città: e' il ristorante della rivoluzione a Torino. "Rivoluzionario in Italia!" dice il nostro amico Cristian Bucci, che per lavoro viaggia in tutto il paese. Ideato da due trentenni appassionati, Andrea Gherra e Pietro Vergano, ha avuto da subito molto successo (incredibilmente sinora senza nessuna imitazione: e' difficile improvvisare senza cultura ed animus pugnandi). Assieme allo chef marchigiano Tommaso Baldassarri, hanno creato questo locale dall'ambiente semplice, informale e giovane abbinato a professionalita', qualità della materia prima e ad un ottimo rapporto qualità prezzo. Pietro, appassionato di vino con ben chiaro in mente il concetto di "renaissance des AOC", ha creato una carta dei vini unica nel suo genere, non enorme nel numero di etichette, ma alternativa nella proposta, spaziando tra Italia, Francia, Spagna, Germania. Propone etichette di piccoli ma grandi produttori artigianali, alcuni sconosciuti, altri grandi nomi del mondo del vino, personaggi non allineati e non omologati che pero' spesso risultano essere i migliori nelle loro AOC. E' preparato, scegliete una zona o un vitigno, chiedete un consiglio e fatevi guidare: c'e' da divertirsi! I prezzi partono dai 9 euro (parliamo di bottiglia di vino vero, artigianale) a salire.
Appena seduti e' d'obbligo un Americano per l'aperitivo! Siete a Torino! Gustate questo classico nel suo massimo splendore (a e.3,50): 2 cubetti di ghiaccio, fetta di arancia sanguigna, vermouth bitter di Mauro Vergano (e' lo zio di Pietro, un piccolo produttore di vini chinati e vermouth del centro storico di Asti: prodotti fuoriclasse!), selz spruzzato sotto i vostri occhi e...buon divertimento. Se volete esagerare chiedete un piatto di acciughe spagnole su tartine di pane con burro e acciughe fresche fritte in pastella.
Il menu e' spiegato a voce da Andrea che conosce e seleziona la materia prima. Qui i nostri giovani fanno la differenza: con curiosita', passione, voglia di imparare, arrivano ad una competenza e professionalita' che per la loro eta' hanno pochi paragoni, specialmente in una grande città come Torino. La cucina e' di impostazione semplice, privilegiando in molti casi, la pura degustazione di un ottimo prodotto. In momenti come quelli che viviamo in cui regna molta confusione nel mondo della ristorazione, questo può significare moltissimo. Ad esempio il pane, fatto quotidianamente in casa con farine biologiche del mulino Sobrino e con lievito madre: bravi! Dimostrano che non e' necessario andare in un grande ristorante per avere del buon pane sul tavolo. Anche la linea scelta per il pesce stupisce per la chiarezza di idee di Andrea e merita il pubblico encomio: qui niente tonno, pesce spada e branzini, solo pesce spatola, orata di cattura, ombrina e simili (pescheria Gallina) e serviti unicamente in tartare o alla griglia!
Molto buono e sopratutto non banale il piatto di salumi (sono della Cascina Savoiarda, Roero) proposto con l'ottimo pane e burro d'alpeggio. Da non perdere il piatto di carne cruda: tartare di salsiccia di Bra, fette di carne Fassone all'Albese e tartare di Fassone (la qualità e le dimensioni del taglio non ha eguali in città, quasi ricorda la maestria di Marsupino a Briaglia). Tutte fatte in casa a mano le paste fresche. Oltre ai generosi agnolotti gobbi ripieni di carne conditi con burro fuso, Il pesarese Tommaso ci ha proposto anche i passatelli in brodo di cappone, non troppo "parmigianosi":si sente la noce moscata e la scorza di limone. Tra i secondi e' ormai un classico il piatto dedicato al "quinto quarto" bovino: fantastica insalata fredda di trippa condita con salsa all'acciuga, magnificamente preparate e fritte la cervella impanata ai cereali e l'animella impanata al riso soffiato, poi la matrice di mucca in umido con fagioli e cipolla. Ordinate senza paura la costata di Fassone: ottima materia prima, ottima cottura al sangue. Oppure il maialino da latte marinato alla senape e miele con la sua rolata. Segnaliamo anche uno squisito hamburger (purtroppo servito solo a pranzo!?), fragrante il pane (forno Perino) ma sopratutto grande la carne di Angus impastata con guanciale di maiale di cinta senese affumicato (entrambi di Paolo Parisi). Chiudete senza sbagliare con i formaggi piemontesi de l'Arbiora di Gian Domenico Negro.
Per dirla tutta, bisogna ammettere che da quest'ultimo inverno (2010/2011) abbiamo visto la tecnica di cucina evolversi. Pensiamo ad alcuni piatti che ci hanno colpito: l'uovo poche' impanato su asparagi, una goccia di crema di formaggio e pancetta di Paolo Parisi croccante , la minimalista ma estremamente pulita e precisa nei gusti, insalata di cappone e cicoria con pane di castagne ed agrumi e sopratutto gli indimenticabili ravioli di trippa su passata di fagioli con cipolla rossa in agrodolce.
Il Consorzio e' in definitiva: ambiente allegro, buoni vini, cucina semplice con buona materia prima, buon pane, ottimi salumi, paste fatte in casa, carne Fassone , pesce pescato, i formaggi Arbiora, il tutto ad un prezzo ragionevole. Quello che può sembrare ovvio in alcune zone e' quasi impossibile oggi in una grande città italiana.
Il futuro e' gia' loro: lo hanno conquistato con la passione che li anima e che li porterà lontano.