8,5

Povero Diavolo


Tartar de sepia en agua de hierbas con costron de pan
Giorgio Parini
Nazionalita: Italia
Localita: 47825 Torriana (Rímini)
Indirizzo: Via Roma, 30
(+39) 0541675060
Chiusura:: Mercoledì, dal 15 al 30 marzo e dal 15 al 30 settembre.
Prezzo: 75/120 €
Menu di degustazione: 58/90 €


A quindici minuti da Rimini, in una piccola, bella e alta località rurale, da cui si domina una panoramica paradisiaca che giunge sino al mare, si trova questo semplice e incantevole ristorante immerso in un importante processo di trasformazione. Il proprietario, Fausto Fratti, tutto un personaggio che gode della natura e della buona vita, che si dichiara un ossessionato per il grande prodotto, si è sempre caratterizzato per contrattare grandi chef. L’ultimo, qualche anno fa, Giorgio Parini, proveniente da Le Calandre, che è andato via via crescendo mentre la casa si trasformava in una delle migliori d’Italia. Pertanto, la notizia, l’avvenimento... la tavola è apparecchiata e s’impone una visita. Ci aspetta una cucina artistica, traboccante di personalità e d’ingegno, con un futuro splendido e ancora più brillante.
Non appena giunti si deve chiedere per il proprietario e tirare l’amo: “Che c’è nella dispensa e nella cantina che ci possa sorprendere?” Immediatamente dice con piacere: “Il miglior salame del mondo”. Sissignori, merita un eccellente. Anche altri insaccati fanno venire l’acquolina in bocca, e non è niente male il formaggio di pecora, nobile nella sua rusticità. E per lubrificare il gargarozzo? Immediatamente scatta: “Nessun problema”. Fausto c’invita a visitare la cantina mentre disserta dottamente su champagne e vini rossi.
Sul piatto, la tartara di seppia in acqua di erbe, con queste e un crostino rustico di pane fuori dal liquido riflette alla perfezione le caratteristiche culinarie: naturalezza e purezza, mentale e sapida, basate su un prodotto eccezionale e freschissimo, presentate con sommo talento. Un qualcosa di apparentemente semplice e immacolato trasmette grandi vibrazioni emozionali e gustative. I mitili, crudi e tiepidi, con una salsa al pepe verde, frammista con borragine e spinaci e un’emulsione con limone disidratato è un’altra dimostrazione di come si addolciscono e armonizzano contrasti a priori forti. Gli gnocchi verdi, alle ortiche e agli spinaci selvatici, che nuotano in una minestra di cannolicchi e tè con gel di gelsomino ci ha rubato veramente il cuore; la squisitezza di fragranze magicamente stemperate. Essenzialità e chiaroveggenza in tre elementi con due sapori: tagliolini di cipresso alle vongole; bosco e mare con il filo conduttore della pasta, semplicemente perfetta. Sulla stessa linea, un riso minimalista e GENIALE: il riso in bianco, un risotto cotto in acqua di pomodoro , con il netto sapore di questo: il succo di 7 pomodori per una porzione. Che purezza! Che freschezza! Che audacia! E se la definizione e lo stile non fossero chiari: rene rosaceo d’agnello con sottili fettine di rapa marinate in vermut e una salsa spugnosa di angelica. A guisa di una preziosista insalata: cipollina dolce alla piastra con malto, frutta rossa e fiori. Altre prelibatezze: petto di piccione, magistralmente trattato e concepito; barbabietola, polvere di ciliege, crema di pistacchio, un fondo di formaggio... l’intemerata.
E come prima ci siamo abbuffati con gli aperitivi: tortino di ricotta, pomodoro e origano; un pasticcio di cioccolato con crema di cipolla; una crema di uovo con cioccolato e menta e un babà salato con fegato di piccione; abbiamo dovuto lasciare, tra lacrime di allegria, i dessert per una migliore occasione. Poche volte ci hanno dato un bacio in bocca con tanta sensibilità. La lingua è rimasta affascinata da tanta raffinatissima fantasia, da tanto fantastico raffinamento. Sesso con amore e persino con romanticismo.