MET (HOTEL METROPOLE) – Venezia

Il “Metropole” ha attraversato, nello scorso decennio, un periodo di decadimento che sembra oramai essere superato. Continua ad avere l’aria della casa di un anziano collezionista e viaggiatore (esposte nelle vetrinette di fronte al bar a piano terra troverete collezioni di portasigarette, di crocefissi, ed altre particolarità), e dopotutto è esattamente ciò che ti aspetteresti di trovare in una città come Venezia, solo che ora la casa sembra curata e ben tenuta da una servitù attenta e scrupolosa.
Subito all’ingresso trova giusta collocazione il MET di Corrado Fasolato. Si tratta di un ristorante piccolissimo, quasi minuscolo, con le finestre che si affacciano sul Canal Grande. In sala la gentilissima moglie dello chef, una donna piccolina, con la “giacca” a coda, arrotondata alla punta. Un suonatore di pianoforte in cerca perenne del suo sgabello, che si avvicina ai tavoli ed un po’ ti dice un po’ sembra che chieda aiuto per ritrovare il suo scranno ed i suoi tasti perduti.
Abbiamo scelto la strada più lunga del menù a sorpresa, ma le 16 portate durante la cena ci sono sembrate troppe. Corrado Fasolato è chiaramente in una fase puramente ludica della sua storia professionale, viene esibita una tecnica non comune, ma i suoi divertissment non sono sempre entusiasmanti né particolarmente innovativi. Il “Duetto di zuppe destrutturate”, la “Pasta e fagioli al contrario”, “Una vera esperienza con le fettuccine di seppia” rimandano una sensazione forte di “confusione”, sono un dejavù e all’interno del menù sono una ripetizione concettuale. Ben diverso il passo quando lo sforzo si finalizza in altri piatti, fra i quali:
Calamari spillo al nero di seppia con asparagi e gelato all’uvetta (nero in gelatina e finferli).
La gelatina è un concentrato di mare in un senso “ulteriore” rispetto al mero sapore-gusto; l’odore si materializza al palato. Calamaretti gustosissimi trattati con cortesia. Il gelato all’uvetta ti “riapre” la bocca e te la raffredda per permetterti un altro tuffo, come se fosse il primo.
Il filetto di triglia a mo’ di sandwich ripieno di pomodori, con frullato di cocco profumato al lemongrass e menta.
Piatto deciso e suadente, avvolgente e ritmato. Il cocco aromatizzato e leggero, quasi spumoso, avvolge la triglia con cura ed attenzione materna. Non sopraffà, protegge e, laddove lascia scoperto, evidenzia. Il pomodoro nel mezzo che alza la voce con la sua acidità, l’attenzione sembra distogliersi per ritornare con il boccone successivo. …Un’onda, lenta ed annoiata che bagna le tue papille con “noia” studiata. Emozionante, no! Struggente.
Zuppa di vongole albicocche (passatina di albicocche, vongole e spuma al limone su sfoglia di pane bianco).
Ancora divertissment. Così su due piedi mi viene da dire che le consistenze non sostengono l’idea, che pure c’è. Sembra mancare il tessuto adeguato, c’è un ritmo cercato è parzialmente trovato: passata, vongola, sfoglia di pane croccante, spuma leggerissima di limone (una evocazione ancor più di un ricordo), ma sembra che la passatina di albicocche, la sua consistenza, sia mancata all’appello. Attesa, si è presentata con abiti dimessi, non adeguati, la si è riconosciuta ma…
Le piacevoli sensazioni di rum e tabacco (creme brulè al ginepro, gelatina al rum, crema di cioccolato e pepe e spuma al tabacco dolca da pipa).
Buono. I gusti ci sono (forse il pepe “suona” molto da lontano). Tuttavia affollato, almeno uno degli strati del bicchiere è di troppo. Tutti è quattro sono ben equilibrati, ben eseguiti, ma tutti assieme non convivono, si calpestano. Un sapore di meno, un gusto in meno…e sarebbe tutta un’altra cosa.

Abbiam bevuto, e ci è piaciuto molto, Sauvignon Maciete fumè 2004 Gini, e Gewurtztraminer 2003 di Weinbach.
Le carte dei vini e delle birre sono interessanti e ben fatte, con cose anche non scontate.
I pani sono fatti in casa (comme il faut!).

MET – Hotel Metropole
30122 Venezia
Riva degli Schiavoni 4149
Tel.: +39.041.52.40.034
met@hotelmetropole.com