Combarro

In questa sontuosissima marisquería si possono degustare frutti di mare fuori dal comune: i più grandi e freschi che l’oceano ci ammannisce per soddisfare le nostre passioni carnali predatrici e depravate. Con un pizzico di fortuna vi si può trovare un dinosauro marino! Aragoste da 3 chili e mezzo, tanto per fare un esempio. Ma non c’è da avere invidia: ce l’hanno solo mostrata. Ci hanno poi tentato con un rombo da 11 chili, e non abbiamo saputo dire di no. Ce l’hanno servito con delle memorabili patate ed una meravigliosa salsa ajada (a base di aglio e pane), della quale non abbiamo lasciato nemmeno una goccia. Com’era gelatinosa! E succulenta! E persino succosa! Certo, è bene ricordare sempre – poiché il ristorante ha sempre una clientela così abbondante e così variopinta, e bisogna soddisfarla – che la gente da queste parti ama il pesce poco cotto. Non dimenticheremo mai la gioia regalataci da quel romboidale pesce alla galiziana. E a scanso di equivoci, ribadiamo: viva Sua Maestà! Viva il Re di tutto il pesce del mondo!
La visita, in compagnia dei miei ammirati amici Cristino Álvarez (Caius Apicius) e Julián Gil (Yemas de Santa Teresa), aveva già registrato dei momenti di euforia, ai quali contribuiva anche la generosità di Diego nello stappare bottiglie di Valdamor, vino dei Domínguez del quale il suo gran artefice, don Manuel, deve sentirsi sempre più orgoglioso. Grandi sensazioni regalateci da piatti fra i più semplici: un polpo alla galiziana turgido, genuino, brado, perfettamente condito; dei peperoncini di Padrón deliziosi, fritti con sapienza; e due saporite sfogliatelle – empanadas – di alici, baccalà ed uva passa. Dopo siffatti antipasti abbiamo mangiato assieme un piatto di vongole veraci gigantesche, due decine di gamberetti, due granchi dell’Atlantico – nécoras – fatti a pezzi ed una grancevola da 1.800 grammi che era un tripudio di freschezza e carnosità. Cosa c’era da festeggiare? L’ultimo divorzio di Naomi Campbell? O forse della Claudia? O di Madonna? Beh, insomma, di motivi ce n’erano eccome.
Bisogna sempre buttare un’occhiata all’espositore e controllare il portafoglio: il meglio della crème dell’eccellenza: lepadi, ostriche, scampi, cappesante, cappelunghe, cuori di mare, astici, naselli, sogliole, lamprede… a crudo, a cotto... o con ricette dalla radici profondissime.
Signore e signori: gli ultimi viaggi alla ricerca dei tesori della perdizione.